Rapporto Legale e Normativo sulla blockchain, pubblicato ad ottobre dalla GBBC
Avv. Raffaella Aghemo
Esattamente una settimana fa il Global Blockchain Business Council (GBBC), in collaborazione con il World Economic Forum ha elaborato e pubblicato un Report, Global Standard Mapping Initiative (GSMI) 2020, per dare una guida e una panoramica sugli standard globali in ambito di blockchain technology.
Il GSMI comprende due rapporti, uno relativo alla specifica Panoramica tecnica, e, un altro, oggetto del presente editoriale, che indaga sulla Panoramica legale e normativa, per concludere con una mappa mondiale interattiva di legislazione, regolamentazione e guida su blockchain e asset digitali.
Tre aree distinte si riconoscono nel Rapporto in questione:
– standard tecnici;
– legislazione e guida di organismi sovrani e internazionali; e
– best practice e standard del settore.
I risultati sono stati forniti su una lunga indagine che ha coperto 185 giurisdizioni, 379 industries e 30 enti del settore. Si legge nella parte introduttiva: «Questo rapporto è dedicato a delineare il quadro generale di orientamenti e regolamenti da parte di enti sovrani che hanno un impatto sulle risorse digitali e sulla tecnologia a catena. Mappando gli standard esistenti a livello globale, speriamo di identificare le principali lacune, incoerenze e conflitti. È importante notare che il panorama giuridico e normativo è in costante evoluzione; negli ultimi giorni della stesura di questo rapporto, la Commissione Europea ha adottato il Pacchetto Finanza Digitale, che comprende “Strategia di Finanza Digitale, una Strategia di Pagamenti al Dettaglio, proposte legislative per un quadro normativo UE sui cripto-asset, e proposte per un quadro normativo UE sulla resilienza operativa digitale”.»
QUESTO RAPPORTO SI CONCENTRA SU DUE QUESTIONI CRUCIALI:
In primo luogo, qual è il panorama attuale degli standard legali, normativi e industriali globali?
Secondo, come possiamo dare forma alla standardizzazione e alla regolamentazione globale in modo sostenibile, informato ed efficace?
Dalle indagini sulle 185 giurisdizioni esaminate, tra cui chiaramente c’è anche la nostra, sono emersi 10 temi da affrontare:
- Protezione dei consumatori: avvisi emessi a consumatori, investitori e aziende in merito alle risorse digitali.
- Sorveglianza finanziaria (antiriciclaggio, KYC e finanziamento antiterrorismo): leggi, linee guida e regolamenti stabiliti da organismi sovrani per garantire la legalità delle transazioni condotte con risorse digitali.
- Regolamento delle risorse digitali (inclusa la regolamentazione dei titoli e delle materie prime e la regolamentazione delle offerte iniziali di monete (ICO)): strumenti normativi e legislativi utilizzati dai governi per rispondere alla crescita della tecnologia blockchain, digital asset e ICO.
- Tassazione: questioni fiscali legate all’uso di risorse digitali, inclusi trading e mining.
- Central Bank Digital Currency (CBDC): Valute digitali emesse dalle banche centrali; le CBDC non sono necessariamente blockchain-based..
- Settore bancario: regolamenti sulle banche che interagiscono con asset digitali e attività di asset digitali, nonché progetti pilota nel settore bancario.
- Divieto (Ban) di criptovalute: giurisdizioni che hanno adottato misure per vietare le criptovalute.
- Strategie sovrane: strategie attuate dalle giurisdizioni per sviluppare e implementare la tecnologia blockchain a livello nazionale o regionale.
- Sandbox normative: framework implementati dalle autorità di regolamentazione che consentono alle società di tecnologia finanziaria e ad altre aziende di condurre esperimenti dal vivo in un ambiente controllato e sotto la supervisione di un regolatore.
- Progetti e Servizi governativi: utilizzo della blockchain sia per uso governativo interno sia per la fornitura di servizi governativi.
Si legge infatti nel testo relativo al primo punto, cioè alla protezione del consumatore: «Non esistono protezioni normative specifiche che vi coprano in caso di perdite se una piattaforma che scambia o detiene le vostre valute virtuali fallisce o chiude. Mentre l’EBA (European Banking Authority) sta attualmente valutando tutte le questioni rilevanti associate alle valute virtuali, al fine di identificare se le valute virtuali possano e debbano essere regolamentate e supervisionate, si consiglia di familiarizzare con i rischi ad essi associati».
L’unico paese che definisce le valute virtuali non supportate dallo Stato, come moneta a corso legale, vale a dire che devono essere accettate come rimborso di un debito, è il Lichtenstein, che definisce le valute virtuali come “unità monetarie digitali, che possono essere scambiate con corso legale, utilizzate per acquistare beni o servizi, o per preservare il valore e quindi assumere la funzione di corso legale”.
Sul secondo tema, si legge: le giurisdizioni di tutta l’Asia, l’America Latina e l’Europa hanno cercato una guida da parte del Gruppo di azione finanziaria internazionale (Financial Action Task Force FATF) per definire le loro strategie. L’ultima azione del FATF è stata l’annuncio della Travel Rule nel giugno 2019; questa regolamentazione è un aggiornamento dell’attuale Raccomandazione 16 del FATF, che riguarda i bonifici transfrontalieri e nazionali, secondo la quale, gli ordinanti e i beneficiari di tutti i trasferimenti di fondi digitali devono scambiarsi informazioni identificative. Inoltre, gli ordinanti e i beneficiari coinvolti in un trasferimento devono essere in grado di garantire l’accuratezza delle informazioni che inviano. La regola si applica a tutti i fornitori di servizi patrimoniali virtuali, agli istituti finanziari e alle entità obbligate.
Emerge dalla lettura del Rapporto una serie di constatazioni che in qualche modo, identificano i punti che vanno curati ed implementati, per poter dar seguito ad una corretta applicazione tecnica e normativa della tecnologia a blocchi. Occorre superare questa frammentazione normativa e trovare una regolamentazione generale, perché le lacune e i quadri funzionali a silos bloccano l’innovazione. Occorrerà per questi motivi, ricorrere a sandbox normative, e rivolgersi ad hub innovativi per poter beneficiare e percorrere le nuove strade già tracciate dalla tecnologia.
Alcune giurisdizioni sono particolarmente degne di nota per i loro approcci ponderati e innovativi alla creazione di framework per blockchain. L’Australia ha lanciato la sua fintech sandbox, sotto la direzione della Commissione australiana per i Titoli e gli Investimenti (ASIC), nel 2016. Tuttavia, è stato segnalato che solo sette aziende ne hanno approfittato nei tre anni che sono seguiti, motivo per il quale nel febbraio 2020 il governo ha approvato una legislazione per estenderne la durata. Il Canada ha ampliato la propria sandbox nel 2020, firmando un accordo di cooperazione e condivisione dei dati con la Financial Supervisory Commission of Taiwan (FSC), che consentirà alle aziende fintech di accedere ad entrambi i mercati.
Relativamente al punto 10, si legge: «Il 44 per cento degli estoni vota online, il 98 per cento delle dichiarazioni dei redditi sono archiviate online, il 98 per cento degli estoni ha un ID digitale e il 99 per cento dei dati sanitari è digitalizzato e memorizzato su un sistema a catena di blocco. Il Ministero della Giustizia estone ha anche fatto leva sulla tecnologia blockchain per creare il sistema e-Law, un database online che permette al pubblico di leggere ogni disegno di legge introdotto dal febbraio 2003. Di conseguenza, l’Estonia è al secondo posto come sistema processuale più veloce d’Europa, con il secondo più breve tempo necessario per risolvere casi civili, commerciali, amministrativi e di altro tipo.»
La Sezione V del documento è importantissima perché redige le osservazioni conclusive e analizza i prossimi step, che saranno propedeutici ad una corretta applicazione della tecnologia a blocchi:
ISTRUZIONE: l’istruzione è fondamentale per garantire che le autorità di regolamentazione e le altre parti interessate comprendano il valore della tecnologia a catena di montaggio. Tuttavia, come per ogni nuovo strumento, il potenziale di blockchain, così come i suoi benefici e rischi, non può essere completamente o correttamente compreso o anticipato in questa fase iniziale. La creazione di quadri normativi di tipo platform-agnostic, che si concentrano sugli usi al posto della tecnologia sottostante, consentirà ai regolatori di costruire modelli migliori e più sostenibili che restino rilevanti anche con la continua evoluzione della tecnologia. Molte giurisdizioni hanno abbracciato l’idea di regolamentare gli usi della tecnologia, ma si sono astenute dal regolamentare la tecnologia stessa. Ma per potersi basare su questa tendenza, i responsabili delle decisioni devono essere educati con informazioni ponderate, accurate e digeribili.
TASSONOMIA: i regolatori sono raramente tecnologi, il che rende la costruzione di quadri normativi funzionali per le nuove tecnologie una sfida; qualcosa di così apparentemente semplice come la definizione della tecnologia diventa complessa. Nel corso degli anni sono emerse numerose tassonomie a catena di blocco, ma finora nessuna è stata universalmente accettata o adottata, rendendo difficile una regolamentazione coerente tra le giurisdizioni (o all’interno di esse). Durante la stesura di questo rapporto, ci è stato chiesto di differenziare chiaramente i beni digitali dai beni crittografati dalle valute crittografiche e dalle valute virtuali. Le tassonomie stanno iniziando a muoversi verso una serie di definizioni comuni grazie agli organismi di settore. Tuttavia, il linguaggio confuso rimane un punto dolente. La comunità più ampia deve dare priorità alla ricerca di un maggiore consenso su definizioni e tassonomie comuni.
FRAMMENTAZIONE ED INFORMAZIONE A SILOS: la frammentazione degli approcci, sia a livello mondiale che all’interno di alcune giurisdizioni, e’ sia indiscutibile sia non sorprende. Gli sforzi esistenti per coordinare le giurisdizioni sono state frammentarie nel migliore dei casi e caotiche nel peggiore. La molteplice frammentazione esistente aggiunge inutile confusione e complessità.
I casi d’uso e le applicazioni della tecnologia dovrebbero essere l’obiettivo primario di regolatori che cercano di fornire chiarezza agli innovatori e comfort ai consumatori.
I partner intersettoriali devono riunirsi per informare il percorso da seguire.
COLLABORAZIONE SU STANDARD: come attori globali costruiscono nuove soluzioni per affrontare le sfide più difficili della società, sono necessari standard condivisi per facilitare un’innovazione responsabile. Ci sono sia le lacune che le sovrapposizioni nell’attuale panorama delle catene a blocchi e dei DLT standard. Ciò può essere alleviato attraverso un aumento delle collaborazioni tra le entità.
D’altra parte, ci possono essere aspetti del DLT che non sono ancora maturi abbastanza per la standardizzazione. Il passaggio alla standardizzazione troppo presto può soffocare innovazione o portare a incentivi distorti o negativi. In quanto tale, il lasso di tempo in quali standard vengono sviluppati è fondamentale. Questi aspetti devono essere attentamente analizzati per identificare una linea temporale proiettata per la rivisitazione degli argomenti.
STRATEGIE ORGANIZZATE E PIANIFICAZIONE: le organizzazioni dovrebbero valutare in modo proattivo le loro strategie per il loro coinvolgimento nella creazione di standard, sia attraverso la collaborazione ecosistemica che in modo indipendente, e come attuarle.
ORIENTAMENTO DINAMICO: gran parte della regolamentazione e della standardizzazione esistente si concentra specificamente sugli asset digitali, in contrapposizione alla tecnologia blockchain o DLT più in generale. Man mano che continuano ad emergere nuovi usi della tecnologia, una guida dinamica o basata su principi sarà più idonea ad adattarsi. I regolatori dovrebbero sfruttare le sandbox normative e i centri di innovazione per creare regolamentazioni più efficaci.
Per ulteriori approfondimenti qui il link del Rapporto completo: https://gbbcouncil.org/wp-content/uploads/2020/10/GSMI-Legal-Regulatory-Report.pdf
Riproduzione Riservata
Avv. Raffaella Aghemo
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